venerdì 10 marzo 2017

Recensione libro "La notte che ho dipinto il cielo" di Estelle Laure

Ciao a tutti! <3
Giusto ieri in facoltà ho concluso il libro di cui oggi andrò a parlare. E, dato che adesso sono in pausa tra una lezione e l'altra, ecco qui la recensione che vi avevo promesso :). Spero vi piaccia! <3


Titolo: La notte che ho dipinto il cielo
Titolo originale: This raging light
Autore. Estelle Laure
Editore: De Agostini
Data di pubblicazione: 16 febbraio 2016
Pagine: 278
Prezzo: €14,90
Genere: Young Adult

Trama: Quanti volti ha l'amore? Per Lucille, diciassette anni e una passione per l'arte, l'amore ha il volto della sorellina Wrenny. Wrenny che non si lamenta mai di niente, Wrenny che sogna un soffitto del colore del cielo. E poi ha il volto di Eden. Eden che è la migliore amica del mondo, Eden che sa la verità. Quella verità che Lucille non vuole confessare nemmeno a se stessa: sua madre se n'è andata di casa e non tornerà. Ora lei e Wrenny sono sole, sole con una montagna di bollette da pagare e una fila di impiccioni da tenere alla larga. Prima che qualcuno chiami i servizi sociali e le allontani l'una dall'altra.
Ma è proprio quando la vita di Lucille sta cadendo in pezzi che l'amore assume un nuovo volto: quello di Digby. Digby che è il fratello di Eden, Digby che è fidanzato con un'altra e non potrà mai ricambiare i suoi sentimenti. O forse sì?
L'unica cosa di cui Lucille è sicura è che non potrebbe esserci un momento peggiore per innamorarsi...

Recensione: Bene bene, da tempo volevo leggere questo libro e, grazie al cielo, è stata una lettura che non mi ha delusa minimamente :D.
Prima di tutto per la trama: non ho mai letto (da quel che ricordo) di storie che presentano una situazione simile a quella di Lucille. Lei che, all'improvviso, si ritrova a dover badare da sola a se stessa e a sua sorella perché entrambi i genitori sono chissà dove e non si sono presi la briga di spiegare né per quanto sarebbero stati via né quando sarebbero tornati né perché abbiano preso una decisione simile. Lucille che, improvvisamente, si ritrova completamente persa, spaesata, impaurita di fronte ad una situazione che fatica a gestire e che, passo dopo passo, la rende sempre più instabile, sempre più tesa. Una situazione che la porta a crescere in fretta, a diventare adulta troppo in fretta; che la porta a diretto contatto con troppe cose in una sola volta, che la nostra protagonista fatica a seguire il loro passo.
Ed è proprio questo senso di smarrimento, di ansia, di perdita che pervade tutta la storia, dalla prima all'ultima pagina. Sarò sincera: all'inizio credevo che la storia mancasse della giusta introspezione. Solo dopo ho capito che, al contrario, l'introspezione è continua, perenne. Non soltanto perché è narrata in prima persona, ma anche perché il senso di smarrimento di Lucille man mano trasuda sempre più dalle pagine, mostrando sempre più in profondità il caos che la ragazza sente e che prova a gestire nel migliore dei modi nonostante l'età.
Un'età difficile, la piena adolescenza. Età che, per Lucille, è troppo. Troppo piena di dolore. Troppo piena di perdite, di vuoti, di ferite, di stanchezza, di pesi non suoi che si deve portare appresso perché le persone che avrebbero dovuto tenerli non li hanno voluti. Troppo piena di caos. Un caos a cui cerca di dare un ordine e a cui, qualche volta, allo stesso tempo cerca di non pensare per non andare del tutto a fondo.
Un caos che, però, diventa poi un nemico agli occhi di Lucille. Un nemico per se stessa, per Eden e per Digby. Perché ognuno dei tre, a modo proprio, ne subisce gli effetti e risponde di conseguenza. Solo Wren ne resta immune. Wren che, nonostante abbia soltanto dieci anni, capisce molto di più di quanto si possa credere. Wren che è sveglia, che adora la sorella maggiore in un modo che altri possono solo sognare. Wren che spera che le cose possano un giorno tornare come prima e che, col tempo, capisce che non sarà così facile come aveva creduto. Wren che sogna una stanza color del cielo.
Quello stesso cielo fatto di colori, di tempera, di pennelli che, ad un certo punto, Lucille si ritrova ad avere in mano dopo anni che non dipingeva. Pennelli, colori, emozioni: tutto si fonde, si unisce per dar modo alla protagonista di sfogarsi, per aiutarla a trovare parte di quell'equilibrio personale che, a causa della svolta che ha preso la sua vita, era andato quasi del tutto in frantumi.
Frantumi che si trovano anche dentro il cuore di Lucille. Frantumi che all'inizio fanno male e che lei non ha idea alcuna di come gestire o come curare. Frantumi che la portano ad avere paura di perdere Wren se qualcuno dovesse venire a sapere della loro situazione. Frantumi che, però, pian piano tornano al proprio posto, grazie alle persone che Lucille incontra lungo la sua strada; persone che, a modo proprio, le danno una mano e la aiutano a crescere, a trovare parte di quel perdono che, a volte, serve per andare avanti senza pesi sulle spalle.
Ed è proprio questo il tema portante di tutta la storia: andare avanti, senza paura di cadere, rispettando i propri tempi, i propri sentimenti. Andare avanti combattendo con tutto il coraggio che si ha dentro, con ogni forza che si riesce a trovare in se stessi. Andare avanti per poter stare bene, perché si sa che non si può restare bloccati in una situazione che ferisce e basta. Andare avanti senza vergognarsi delle proprie debolezze, delle proprie lacrime. Andare avanti senza vergognarsi di chiedere aiuto a qualcuno quando si è giunti al limite, senza vergognarsi di ammettere il proprio dolore. Andare avanti anche grazie alle persone che sono attorno a noi e che ci vogliono bene.
Quelle stesse persone tramite cui, nella storia, l'autrice tocca altri temi: la famiglia, l'amicizia, l'amore. Tutti temi che risiedono in volti diversi. Quegli stessi volti che Lucille conosce lungo il proprio cammino e che la feriscono e la curano allo stesso tempo, aiutandola a crescere, a trovare la forza che ha sempre avuto dentro per affrontare ciò che le sta succedendo.
Una storia narrata con uno stile che lascia intendere al lettore cosa si voglia dire davvero; stile che non dice tutto, che non descrive tutto nei più piccoli particolari. Stile che, così facendo, sprona il lettore a vedere al di là della superficie.
Una storia che si legge in poco tempo e che, in qualche modo, si è trovata un angolino tutto speciale nel mio cuore, grazie ai personaggi a cui, in un modo o nell'altro, mi sono affezionata terribilmente, grazie ai temi che ha presentato e all'originalità della trama. Una storia che, benché non mi abbia presa al 100%, mi ha comunque lasciato un segno che non credo se ne andrà via tanto facilmente.

Voto:

Con questo, la sottoscritta vi saluta qui, sperando vivamente che la recensione vi sia piaciuta :D.
Fatemelo sapere, mi raccomando! Ci conto! ;)
Un bacione e a presto, Letizia <3

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